Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole endocrine localizzate dietro i poli inferiori e superiori della tiroide.

Paratiroidi

La loro forma e dimensioni normali sono molto simili ai linfonodi del collo e non sono quindi ecograficamente rilevabili. La loro funzione principale è il controllo del livello di calcio nel sangue, attraverso la sintesi del paratormone (PTH). Le paratiroidi sono costituite da due tipi di cellule, quelle ossifile, che iniziano a comparire intorno alla pubertà, e quelle principali, deputate alla sintesi ed al rilascio del PTH.

Nonostante siano molto piccole e poco voluminose, le paratiroidi e l’ormone da esse prodotto risultano essenziali alla vita. Il PTH, infatti, è un peptide deputato al controllo della concentrazione plasmatica di calcio, che aumenta all’aumentare della secrezione del PTH. La sua importanza è spiegabile considerando il ruolo metabolico del calcio nella trasmissione del segnale nervoso, nella contrazione muscolare, nella coagulazione del sangue e nel funzionamento di alcuni ormoni ed enzimi. Per questo motivo, le sue concentrazioni devono rimanere relativamente costanti.

 PTH

Il PTH è un ormone di natura peptidica costituito da 84 aminoacidi, deputato, insieme ad altri fattori (per esempio la forma attiva della Vitamina D: 1,25-(OH)-colecalciferolo o calcitriolo) al controllo dell’omeostasi del calcio. I valori normali del Calcio nel sangue variano fra 8.5 e 10 mg/dL mentre i valori nel PTH sono considerati normali fra 10 e 65 pg/mL.

A livello delle ossa il PTH stimola la mobilizzazione del calcio per vie diretta, modulando positivamente l’attività degli osteoclasti (grosse cellule che hanno la funzione di erodere e rinnovare la matrice ossea). Dato che il  tessuto osseo è ricco di ioni calcio, il suo catabolismo favorisce l’aumento della calcemia. Il PTH a livello renale aumenta l’escrezione di ioni fosfato con le urine. Per riequilibrare la situazione, l’organismo richiama fosfato dalle ossa, nelle quali è depositato sotto forma di idrossiapatite Ca5(PO4)3(OH). Osservando la formula molecolare di questo minerale, si capisce che se da un lato la sua degradazione porta ad un aumento del fosforo (P), dall’altro incrementa anche la liberazione di calcio (Ca2+). A livello intestinale, grazie all’ausilio del calcitriolo (forma attiva della vitamina D) il PTH stimola di nuovo l’assorbimento del calcio. A livello renale inoltre il PTH stimola l’attivazione della suddetta vitamina. Oltre a favorire l’escrezione del fosfato con le urine, il PTH agisce quindi positivamente sul riassorbimento del calcio. Nel complesso quindi il PTH è un ormone ipercalcemizzante che agisce a 3 livelli: intestino, rene e osso. Metabolismo del Calcio

La diminuzione della calcemia rappresenta un forte stimolo sulla secrezione di PTH e, parallelamente, inibisce il rilascio del suo antagonista, la Calcitonina. Allo stesso modo, non appena la concentrazione di calcio nel sangue supera i valori normali la secrezione di PTH viene inibita. Questo fine meccanismo di regolazione mantiene i livelli plasmatici di calcio entro limiti abbastanza ristretti; quando questo meccanismo va in tilt la calcemia subisce variazioni importanti.

 

Malattie delle paratiroidi

Quando le paratiroidi funzionato troppo o troppo poco si configurano delle condizioni patologiche denominate rispettivamente iper- e ipo-paratiroidismo che si accompagnano, ad iper- o ipo-calcemia. Gli effetti dell’ipocalcemia sono tetania, ipereccitabilità cardiaca, spasmi bronchiali, vescicali, intestinali e vascolari. Quelli dell’ipercalcemia: riduzione dell’eccitabilità muscolare e nervosa, nausea, vomito e stipsi.

L’iperattività delle paratiroidi (Iperparatiroidismo) porta ad un aumento patologico della sintesi di PTH, con conseguente rialzo della calcemia; il tutto a spese delle ossa, che rappresentano la più grossa riserva di calcio dell’organismo. Per aumentare la calcemia, infatti, il PTH accelera il riassorbimento osseo ad opera degli osteoclasti, indebolendone la struttura minerale. Lo scheletro, di conseguenza, appare più fragile e suscettibile a fratture spontanee e deformazioni. Anche i reni vengono danneggiati, dal momento che la maggior escrezione urinaria di calcio fosforo favorisce la comparsa di calcoli renali.

L’iperparatiroidismo è in genere determinato da un tumore benigno di una paratiroide, che viene trattato con la rimozione chirurgica della ghiandola iperfunzionante. Può essere primitivo o secondario ad una stimolazione cronica da ipocalcemia, come nel caso dei pazienti con insufficienza renale cronica sottoposti a dialisi.

Adenoma Paratiroideo

La diagnosi è solitamente semplice: a livello biochimico si rileva un aumento del PTH e della Calcemia, a livello ecografico non è infrequente visualizzare un adenoma e a livello scintigrafico (con un tracciante chiamato sesta-MIBI) si visualizza la paratiroide iperfunzionante. La valutazione ecografica mostra di solito una ghiandola paratiroide decisamente  aumentata di volume, che appare come una lesione ipoecogena (più scura) che generalmente si localizza posteriorrmente al lobo tiroideo (il tessuto tiroideo appare grigio chiaro e abbraccia la paratiroide ingrossata). La diagnosi di localizzazione si esegue invece con una valutazione scintigrafia utilizzando un tracciante denominato sesta-MIBI, che usualmente mostra la paratiroide iperfunzionante intensamente colorata rispetto allo sfondo tiroideo che appare al contrario tiepidamente colorato. Ecografia Adenoma ParatiroideoMIBI Adenoma Paratiroideo

 

Quando l’attività delle paratiroidi è talmente ridotta da sconfinare nel patologico si parla invece di ipoparatiroidismo. Questa condizione si accompagna ad un abbassamento della calcemia, che in forma acuta può provocare disturbi nervosi e crisi tetanica (spasmi dolorosi dei muscoli), mentre in quella cronica determina il deposito di calcio in vari organi, soprattutto a livello nervoso ed oculare (cataratta). La terapia consiste nella somministrazione di calcio e Vitamina D attiva (calcitriolo).

La più frequente forma di ipoparatiroidismo è quella postchirurgica, determinata da interventi nella regione del collo, in particolare della tiroide, che abbiano accidentalmente asportato o in qualche modo danneggiato le ghiandole paratiroidi.

 

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