L’Ecografia tiroidea, grazie alle integrazioni tecnologiche del color-Doppler e della Elastosonografia permette uno studio approfondito dei noduli, permettendo di identificare quelli da avviare a procedure di II livello come l’agoaspirato ecoguidato.

Di seguito uno schema riassuntivo delle caratteristiche ecografiche dei noduli tiroidei.

L’ecografia permette di identificare i noduli tiroidei, di verificare la loro posizione nel lobo, in questo caso nel III medio-inferiore del lobo destro, di caratterizzarli per dimensioni e morfologia: nodulo isoecogeno con piccole lacune colloidi di 10.1×11.5×17.3 mm, di 1.0 ml di volume complessivo.

Con l’indagine color-Doppler è poi possibile valutarne la vascolarizzazione, in questo caso periferica ed interna (pattern cDII).

C’è inoltre la possibilità di studiarne l’indice di elasticità con l’elastosonografia: in questo esempio il nodulo presenta una prevalente componente elastica (verde) con qualche zona rigida (blu). Tali dati sono importanti per selezionare i noduli da indirizzare ad esame citologico mediante agoaspirato tiroideo ecoguidato.

In questa altra immagine si rilevano noduli ipoecogeni con aree liquide di aspetto colloido-cistico, con scarsa vascolarizzazione periferica.

Altro dato ecografico importante, come quello che si rileva nell’immagine sopra, è il quadro della tiroidite cronica autoimmune, con tessuto tiroideo ipoecogeno e scarsamente vascolarizzato.

Nelle forme avanzate di tiroidite si osserva una progressiva involuzione atrofica del tessuto tiroideo, che si riduce in maniera significativa (0.711 ml vs normale verso 4-10 ml).

E’ inoltre possibile rilevare alcuni dati accessori, come le cisti del dotto tireoglosso (sopra) e le iniziali forme di arteriosclerosi con le placche delle carotidi (sotto).

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